Nuova strategia anticancro: si studia il suo Dna nel sangue
- 12, 18, 2020
Veneto sempre più all’avanguardia nelle terapie antitumorali. Ancora una volta due ricerche partite da un nostro centro d’eccellenza hanno meritato l’attenzione del mondo scientifico, pubblicate dal British Journal of Cancer e dal Clinical Cancer Research, tra le riviste più autorevoli in materia. Entrambi i colpi sono stati messi a segno dall’Iov, l’Istituto Oncologico Veneto, e più precisamente da Stefano Indraccolo, oncologo sperimentale dell’Unità di Immunologia e Diagnostica Molecolare Oncologica. I lavori vertono sulla mappatura genetica e metabolica del cancro, il grimaldello per entrare nella natura profonda del tumore, per studiarne la forma e l’evoluzione, nel tentativo di neutralizzarlo in modo incisivo e poco invasivo.
Andiamo per ordine. Il primo studio riguarda i pazienti con tumore al polmone e l’individuazione di un determinato marcatore mediante una biopsia liquida (nei fatti un semplice prelievo del sangue). Si tratta di un test meno invasivo rispetto alla biopsia tradizionale e che permette una terapia personalizzata in tempi molto rapidi.
Nello studio, pubblicato dalla rivista britannica, si spiega come la conoscenza delle mutazioni genetiche nei malati con tumore al polmone in stadio avanzato o metastatico, consentano una precoce individuazione degli effetti. La ricerca è stata svolta assieme al team di Oncologia Medica 2 diretto da Pierfranco Conte, in collaborazione con Laura Bonanno. “Le terapie finora utilizzate sono la chemioterapia, l’immunoterapia e la terapia target o a bersaglio molecolare – spiega Indraccolo -. Partendo da una piccola biopsia tumorale si può studiare il profilo genetico del tumore, individuando le mutazioni nel DNA che ne sostengono la crescita, elementi utili per elaborare una terapia personalizzata, attraverso farmaci specifici. Tuttavia non sempre è possibile fare la biopsia del tessuto, un esame comunque invasivo. Noi proponiamo di individuare il DNA tumorale attraverso la biopsia liquida, mediante un semplice prelievo di sangue. Il tumore è una massa che cresce velocemente rilasciando DNA tumorale nel circolo sanguigno”. Un esame ripetibile e sopportabile anche da pazienti in gravi condizioni. L’equipe ha effettuato lo studio su 58 malati con neoplasie polmonari, già sottoposti a chemioterapia o immunoterapia. “Oltre alla biopsia liquida si è ricorsi a metodi altrettanto sensibili come la dropletdigital PCR – aggiunge Indraccolo – così da individuare la mutazione del gene KRAS nel plasma. Seguendo le variazioni del tumore nel tempo, siamo riusciti a identificare i pazienti che rispondono bene ai trattamenti da quelli che non reagiscono, adattando così le terapie in tempi rapidi”. (continua)
KRAS mutation in cfDNA REGOMA Trial Biomarker Analysis