Variante Delta, ecco perché è più pericolosa e infettiva…
- 08, 22, 2021
Variante Delta, ecco perché è più pericolosa e infettiva: la mutazione che aiuta la super-diffusione. Studio su Nature
È l’ultima variante. Quella più infettiva. Si chiama Delta e ha costretto i più bravi Ricercatori del mondo a mobilitarsi per capire qual è il segreto della sua notevole trasmissibilità. Un articolo di Nature ha fatto il punto su una serie di studi sugli aminoacidi che contribuiscono a svelare alcuni aspetti di questa maggiore capacità infettiva. Ma intanto la mutazione corre in Italia e i casi sono ormai segnalati in tutto il Paese: la quasi totalità sono “nati” sul territorio nazionale e soltanto una piccola parte (il 6,6%) importati. È stata così scalzata quasi definitivamente la variante Alfa inglese. La variante Delta ha del resto una maggiore trasmissibilità rispetto alla variante Alfa compresa tra il 40% e il 60%.
Novità importanti vengono dunque dal fronte della ricerca. Nature ha fatto sapere che una serie di studi hanno «evidenziato un cambiamento di aminoacidi presente in Delta che potrebbe contribuire» alla sua rapida diffusione. «La caratteristica chiave di Delta è che la trasmissibilità sembra salire a un livello successivo», afferma su Nature Pei-Yong Shi, virologo presso l’Università del Texas Medical Branch a Galveston. «Pensavamo che Alfa fosse piuttosto cattiva, molto brava a diffondersi. Ma Delta sembra esserlo ancora di più». Il team di Shi e altri gruppi, ricorda Nature, «si sono concentrati su una mutazione che altera un singolo aminoacido nella proteina spike Sars-Cov-2, la molecola virale responsabile del riconoscimento e dell’invasione delle cellule.
Il cambiamento, che si chiama P681R, cade all’interno di una regione molto studiata della proteina spike chiamata sito di scissione della furina. La presenza di questa breve sequenza di aminoacidi ha fatto scattare un campanello d’allarme quando il Sars-CoV-2 è stato identificato per la prima volta in Cina, perché è associato a un’elevata infettività in altri virus come l’influenza, ma non era stato precedentemente trovato nella famiglia di coronavirus a cui appartiene Sars-CoV-2». (continua)