La storia infinita del “Regolamento opposizioni”
- 11, 25, 2021
La storia infinita del “Regolamento opposizioni” |
È ora di pranzo, o di cena. Il telefono – o il cellulare – squilla. Il numero del chiamante è “strano”. Rispondi. Senti una voce registrata, ma non saprai mai che cosa vuole venderti, perché chiudi subito, furioso. Un supplizio continuo. E ti chiedi: non “c’è la privacy”? Il ritornello che ti perseguita in ogni attività, “non si può, c’è la privacy”, non vale per le telefonate commerciali non richieste? L’esperto di turno ti spiega che il problema è in un regolamento che c’è e non c’è. Ma è vero solo in parte.La questione è vecchia almeno quanto la legislazione sui dati personali, in vigore da più di un quarto di secolo. Nei primi tempi c’era lo spam, l’invasione della posta-spazzatura (in fondo a questa pagina c’è un parziale elenco degli articoli dell’epoca). Il problema è stato risolto, in buona parte, con l’adozione di software che identificano le email unsolicited e le bloccano. Oggi, ma non da oggi, il problema sono le telefonate commerciali. Uno strazio continuo, sempre più spesso perpetrato con sistemi automatici.Nei primi anni di applicazione delle regole sulla protezione dei dati si discuteva sulla scelta tra opt-in, cioè l’obbligo di un consenso preventivo al ricevimento di comunicazioni commerciali e e opt-out, ovvero il rifiuto, sempre preventivo, di riceverle. Il tutto avrebbe dovuto essere documentato da appositi elenchi. Ora il problema sono le telefonate “di disturbo” e la soluzione adottata in Italia è l’opt-out: per non essere disturbati è necessario iscrivere in un elenco i propri numeri di telefono. Gli operatori sono obbligati a consultare periodicamente il Registro pubblico delle opposizioni (oltre che a usare prefissi che rivelino a colpo d’occhio che la telefonata in arrivo è commerciale o per ricerche statistiche). Il punto critico è proprio nel Registro – varato con il DPR 178/2010 e tenuto dalla Fondazione Ugo Bordoni: vi si possono iscrivere solo numeri presenti negli elenchi telefonici pubblici. Niente da fare per i numeri fissi riservati e per il cellulari. La conseguenza è paradossale: chi vuole tenere riservato il proprio numero di telefono può essere disturbato e viceversa. La lacuna sarebbe formalmente colmata con una nuova versione del regolamento, scritta nel 2018 e bloccata da un assurdo palleggio di “pareri”. (continua) |