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Stop racism. Hands

Dagli Stati Uniti al resto del mondo, la protesta per la morte di Floyd varca i confini

Dall’Australia al Regno Unito, dalla Corea del Sud al Libano il mondo in marcia per dire “Basta razzismo”.
05 giugno 2020 – Il mondo scende in piazza per dire “no” al razzismo. Dopo la morte di George Floyd non si è messa in marcia solo l’America. Il movimento Black Lives Matter ha varcato i confini e, rimbalzando di paese in paese, è diventato la voce delle minoranze, la voce di chi urla “tutte le vite sono importanti”. In Australia, a Canberra, decine di persone si sono ritrovate davanti al Parlamento per manifestare contro le morti di aborigeni sotto la custodia della polizia e per esprimere solidarietà a chi lotta per i diritti negli Stati Uniti. A Sydney è stata bloccata una marcia, inizialmente autorizzata dal governo, a sostegno del movimento Black Lives Matter. La premier ha sostenuto che in origine si pensava a una cosa più piccola. Ma ora l’attesa è di 10mila partecipanti e gli organizzatori non sono in grado di garantirne la sicurezza e il distanziamento sociale. A Seoul, in Corea del Sud si è tenuta un’imponente manifestazione in cui tantissimi giovani hanno scandito slogan e esibito cartelli con la scritta I can’t Breathe, le ultime parole di George Floyd. Lo stesso è accaduto a Beirut in Libano, a Varsavia, Vienna, Birmingham. … (continua)