Un modello predittivo per calcolare la diffusione aerea nei diversi ambienti indoor

SarsCoV2, un modello predittivo può calcolarne la diffusione aerea nei diversi ambienti indoor

Arpa Piemonte, Università di Torino, Università di Cassino e del Lazio Meridionale e Queensland University of Technology di Brisbane (Australia) hanno sviluppato, sperimentato e validato un metodo per il campionamento e l’analisi del virus SarsCoV2 nell’aria. E, grazie a questo metodo, hanno fornito dimostrazione diretta del collegamento tra emissione di una carica virale nota di un soggetto infetto e le relative concentrazioni di SarsCoV2 nell’aria in condizioni controllate, dimostrazione non ancora presente in letteratura scientifica.

Gli esperimenti condotti, oltre a stabilire che il virus SarsCoV2 si trasmette tramite aerosol ben oltre le distanze a lungo ritenute “di sicurezza” (un metro, un metro e mezzo), hanno confermato anche l’influenza esercitata dalla tipologia di attività respiratoria rispetto all’emissione di aerosol virale e alla conseguente diffusione nell’ambiente: come già anticipato da studi precedenti, le emissioni durante la fonazione (la produzione di suoni o rumori per mezzo degli organi vocali) risultano essere di un ordine di grandezza superiori rispetto alla semplice attività di respirazione.

Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Hazardous Materials e i risultati sperimentali hanno, inoltre, validato un nuovo approccio teorico predittivo finalizzato a calcolare modellisticamente la concentrazione del virus in un ambiente indoor partendo dalle emissioni delle persone infette e dalle caratteristiche di ventilazione dell’ambiente. Sulla base di tale strumento modellistico è possibile costruire politiche coerenti nella gestione degli ambienti interni e nella determinazione di misure di controllo per ridurre il rischio di infezione (ad esempio calcolando la massima occupazione degli ambienti indoor e la durata massima dell’occupazione).

«Questo studio colma finalmente una lacuna di conoscenza circa la trasmissione di SarsCoV2 con una solida evidenza sperimentale che risolve un tema controverso – sottolinea il professor David Lembo, direttore del laboratorio di Virologia molecolare dell’Università di Torino –. Possiamo ora affermare che il virus può essere trasmesso per via aerea in ambienti chiusi e non solo attraverso le droplets. Un successo della ricerca italiana che permetterà di applicare i metodi sviluppati anche allo studio degli altri virus respiratori noti e a quelli che si potrebbero presentare in futuro».

«Lo ripetiamo da tempo e ora ne abbiamo anche la dimostrazione. Il virus si trasmette per via aerea negli ambienti chiusi – afferma il professor Giorgio Buonanno dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale –. E qui mascherine chirurgiche, distanziamento e vaccini non sono sufficienti ad evitare il diffondersi dell’infezione, come la variante Omicron ha ulteriormente dimostrato. Ma ci sono valide contromisure, di tipo tecnico-ingegneristico: ventilazione, riduzione dell’emissione, gestione dei tempi di esposizione e affollamento possono mitigare il rischio di infezione. Siamo in grado di mettere in sicurezza l’aria, a prescindere dalle varianti, come già è stato fatto con l’acqua».

JHazardMater.2022%Apr158(128279.1-12)