Confinamento e salute mentale, raddoppiano depressione e ansia

Visualizza immagine di origine

Lo ha detto questo mercoledì il Ministro della salute francese Olivier Véran, “bisogna evitare una terza ondata di coronavirus, che sarà quella della salute mentale”. Tema spesso tabù, di certo rimasto relegato nelle pieghe dell’emergenza, lo stato psicologico di milioni di persone confinate assurge con più forza agli onori della cronaca. In Francia da anni il servizio di volontariato Nightline ascolta chi ha bisogno di un aiuto, è anonimo, gratuito, e le telefonate si moltiplicano come spiega il presidente Florian Tirana: “Nell’anno 2019/2020 abbiamo avuto 3.000 persone che hanno provato a contattarci, per telefono o chat, il doppio rispetto all’anno precedente, con un forte aumento soprattutto da marzo, dall’annuncio del confinamento. E all’inizio del nuovo anno scolastico, a settembre 2020, abbiamo ricominciato con tante chiamate. Sono 40-50 le persone che cercano di contattarci ogni sera”.

Il dramma degli studenti

Per gli studenti, spesso chiusi in stanze anguste e costretti alla coabitazione forzata, è dura tenere. Inès, una studentessa di architettura parigina racconta di non riuscire a dormire anche se non ha fatto molto durante la giornata: “Di solito il mio telefono mi dice che ho fatto 10.000 passi al giorno, ora ne faccio otto (…) ora che ci siamo fermati, guardiamo la nostra vita di prima, e quella di adesso e mi chiedo se abbia senso.” (continua)