Cos’è la bucillamina, il farmaco per l’artrite reumatoide che uccide il virus

Covid, il farmaco per l'artrite che uccide il virus

Nonostante i vaccini ormai disponibili, i problemi legati alla pandemia non sono finiti, le terapie intensive preoccupano ancora e, nell’attesa della già annunciata terza ondata, medici e scienziati continuano ad interrogarsi sulle cure più promettenti per i pazienti positivi al virus. Il vaccino, di fatto, non sarà subito alla portata di tutti. Nell’attesa occorre quindi trovare un modo alternativo di trattare la malattia. E qui entra in gioco Revive Therapeutics, azienda canadese specializzata nella produzione di farmaci cannabinoidi contro le infezioni rare, che ha dichiarato di avere in corso la sperimentazione di un nuovo farmaco anti Covid.

Il farmaco in questione, la bucillamina, è un farmaco antireumatico e antinfiammatorio utilizzato da oltre 30 anni in Giappone e Corea del Sud per curare l’artrite reumatoide. Come spiegato da Michael Frank, CEO di Revive Therapeutics, l’obiettivo è ora riproporre lo stesso trattamento per la cura dell’infiammazione dei polmoni causata dal virus. Revive è l’unica azienda che sta attualmente studiando il farmaco per questo uso e ha fatto sapere che presto condividerà i dati ottenuti una volta analizzati.

A luglio, la società ha ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration statunitense per condurre uno studio clinico, di fase 3, randomizzato e controllato con placebo per valutare la sicurezza e l’efficacia del farmaco in pazienti con sintomi di Covid-19 da lievi a moderati.

La bucillamina è un agente antireumatico sviluppato dalla tioproninaprescritta nel trattamento dell’artrite reumatoide in Giappone e Corea del Sud da oltre 30 anni. È un farmaco che viene somministrato per via orale.

La ricerca condotta negli Stati Uniti ha mostrato proprietà positive anche nei pazienti che hanno subito un trapianto, diminuendo le possibilità di rigetto. La bucillamina riesce anche ad attenuare o prevenire i danni in caso di infarto del miocardio e a ridurre le complicazioni legate interventi chirurgici cardiaci e nel trapianto di organi.

Uno studio pubblicato solo la scorsa settimana da ricercatori dell’Università della California supporta l’ipotesi che i farmaci a base di tiolo come la bucillamina possano ridurre gli effetti collaterali associati al virus. Il suo principale utilizzo, in quanto potente antiossidante, è nella cura di pazienti con artrite reumatoide, tuttavia, la sua storia clinica ha dimostrato che il farmaco è stato in passato in grado di curare altre malattie, per questo potrebbe diventare il trattamento chiave contro chi si ammala di Coronavirus.  —  2020.12.08.415505.full