Diagnosi precoce dei tumori renali

Un marcatore del sangue per la diagnosi precoce dei tumori renali

Comunicato stampa del 21 dicembre 2022
Sono stati  pubblicati sull’ultimo numero della rivista International Journal of Molecular Sciences 2022, Vol 23(22), 13968; (Impact factor 6.208) i risultati di una importante ricerca svolta dall’Unità di Urologia, Andrologia e Trapianto dell’Università di Bari Aldo Moro “MUC1 Tissue Expression and Its Soluble Form CA 15-3 Identify a Clear Cell Renal Cell Carcinoma with Distinct Metabolic Profile and Poor Clinical Outcome”.

In questo studio i ricercatori e chirurghi dell’Università di Bari hanno identificato e caratterizzato dal punto di vista molecolare, un particolare sottotipo di carcinoma renale con caratteristiche di alta aggressività. E’ stato infatti  evidenziato che quei tumori renali che iper-esprimono una particolare proteina di membrana chiamata Mucina 1, presentano peculiari alterazioni del metabolismo cellulare e possono essere identificati attraverso il dosaggio di un marcatore presente nel sangue. Questo marcatore conosciuto col nome di CA15-3, è ampiamente utilizzato nella pratica clinica per la diagnosi e il follow-up delle donne con tumore della mammella. Poiché deriva dalla Mucina 1, i ricercatori baresi hanno scoperto che i suoi livelli si presentano alterati anche in quella sottopopolazione di pazienti con forme più aggressive di carcinoma renale.

Questa scoperta è stata validata in una popolazione di quasi 500 pazienti tutti operati presso l’U.O. di nnUrologia Universitaria del Policlinico di Bari. Gli autori sono: Giuseppe Lucarelli, Monica Rutigliano, Davide Loizzo, Nicola Antonio di Meo, Francesco Lasorsa, Mauro Mastropasqua, Eugenio Maiorano, Cinzia Bizzoca, Leonardo Vincenti, Michele Battaglia, Pasquale Ditonno. Il carcinoma renale a cellule chiare rappresenta il tumore maligno più frequente del rene ed uno dei tumori più aggressivi dell’uomo. La mancanza di sintomi specifici e la sua spiccata resistenza ai farmaci chemioterapici lo rendono uno dei tumori più difficili da diagnosticare e da trattare. Ad oggi i meccanismi molecolari che ne causano lo sviluppo e la progressione non sono stati ancora completamente chiariti. Inoltre la eterogeneità biologica e clinica di questa malattia ne incrementa la sua complessità in considerazione anche del fatto che ad oggi non abbiamo marcatori che siano di ausilio nella diagnosi precoce e nella identificazione di quei pazienti a rischio di sviluppare una recidiva della malattia. (continua)