Green Pass OBBLIGATORIO nella P.A. …

LAVORO E PROFESSIONE

Green Pass obbligatorio nella Pa: tutti i nodi al pettine nella Sanità in vista del 15 ottobre

Il 15 ottobre prossimo con l’entrata in vigore dell’obbligo del green pass cambierà notevolmente l’organizzazione delle Pubbliche Amministrazioni italiane e i problemi quotidiani che si creeranno saranno verosimilmente moltissimi. Da quando è stato adottato il DL 127/2021 è uscita una copiosa pubblicistica su tutti i giornali specializzati che ha affrontato tutte le criticità, le incongruenze e le difficoltà operative della decisione governativa. Rispetto alla totalità del Pubblico Impiego, la Sanità sulla problematica rivela almeno due peculiarità: la prima è che il nuovo obbligo interessa meno del 20% del personale in servizio perché per tutto il personale sanitario e per l’altro a diretto contatto con il pubblico dallo scorso mese di aprile vige già l’obbligo di vaccinazione, che riveste aspetti del tutto diversi. La seconda è che l’art. 1, comma 2 del Decreto prevede che l’obbligo della certificazione verde coinvolga anche «tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione o di volontariato presso le amministrazioni» e questi soggetti nelle aziende ed enti del SSN sono nettamente in numero superiore a quello riscontrabile nelle PA degli altri comparti: specializzandi, tirocinanti, studenti dei corsi di laurea, volontari delle Misericordie, personale delle ditte di manutenzione, pulizie, ristorazione, del bar e dei negozi interni, gli addetti al rifornimento dei distributori automatici e quant’altro. Ai limiti della bizzarria è la previsione dell’esonero dell’obbligo per gli utenti ma non per i loro accompagnatori. In buona sostanza, in Sanità la quantità di personale da controllare è nettamente minore ma è ampiamente compensata da una rilevantissima presenza di esterni nei confronti dei quali i controlli non sembrano davvero semplici. Nelle linee guida si precisa che sono soggetti all’obbligo anche «le autorità politiche o i componenti delle giunte e delle assemblee delle autonomie locali e regionali»; per dire, se il Presidente Zaia o il Presidente Zingaretti vanno in visita istituzionale in una Asl devono esibire il green pass (a chi ?) ma ancor più singolare appare la situazione in cui il controllo non avvenga e allora ci si chiede chi scrive al Prefetto per l’applicazione delle sanzioni. Più complessa – e realistica – appare la situazione delle Direzioni Aziendali, sicuramente destinatarie dell’obbligo. Premesso che la competenza nei confronti del Direttore generale è della Giunta regionale mentre per i Direttori coadiuvanti il datore di lavoro è il Direttore generale, sono evidenti le criticità di tali controlli. Per la legge dei grandi numeri si può anche pensare che su quasi 1.000 soggetti ce ne sia qualcuno che, pur non essendo un no vax militante, sia refrattario o incerto sul green pass. Ebbene, chi gestisce i controlli e le correlate procedure? Inoltre rimane qualche perplessità nei riguardi del Collegio sindacale ma non dovrebbe essere difficile far rientrare l’organo aziendale nell’ambito di “tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa …”. (continua)