In aumento e sempre più “domestiche”: …

In aumento e sempre più “domestiche”: l’effetto Covid sulle dipendenze

È cambiato il metodo di spaccio e il tipo di droga, più domestica che ricreativa. Il consumo di alcol è aumentato – in linea con il trend degli ultimi vent’anni – questa volta però soprattutto tra le giovani donne. Le condotte del gioco d’azzardo, poi, hanno seguito l’andamento di un’altalena: aumento, diminuzione, aumento. I dati sulle dipendenze durante il Covid hanno una caratteristica comune: l’adattamento alle limitazioni imposte. Invece che aumentare in modo evidente è come se le dipendenze si fossero piuttosto adattate al nuovo habitat. Questo perché i fattori che ne influenzano e modificano l’universo sono tanti e diversi: non c’è solo lo stress dovuto all’isolamento, i problemi derivati dallo stallo economico o la paura del contagio. Quando si parla di dipendenze entra in gioco la vulnerabilità dell’essere umano: un fattore ‘liquido’, che non si inquadra, calcola o monitora facilmente. “Perché si possa parlare di aumento serviranno studi longitudinali e una prospettiva temporale più ampia” afferma il dottor Marco Di Nicola, dirigente medico responsabile dell’ambulatorio di Dipendenze del reparto di psichiatria al Policlinico Gemelli di Roma intervistato dall’Huffpost

Partiamo dalle sostanze stupefacenti. Secondo la Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2021 (dati 2020), il Covid ha prima di tutto cambiato il metodo di spaccio. Nei periodi in cui siamo stati costretti in casa, il mercato della droga ha continuato a lavorare, adattandosi all’emergenza: i narcotrafficanti hanno fatto maggior ricorso al contrabbando tramite container che ai corrieri umani ma anche servizi di messaggistica criptata, applicazioni per social media, fonti online e servizi postali. Insieme al metodo è cambiato anche il tipo di droga consumata con un aumento di sostanze che si adattano di più al consumo domestico che ricreativo. ”È diminuito l’uso di quelle associate a momenti di socialità, come l’Mdma e la metamfetamina – afferma il dottor Di Nicola – ed è aumentato quello di droghe dissociative come la ketamina”. Ma non solo: è cresciuto anche l’uso di benzodiazepine: “Farmaci sedativo-ipnotici, più comunemente chiamati ansiolitici che se assunti in combinazione con altre sostanze (oppiacei o alcolici)  aumentano anche il rischio di overdose”.

Nel 2020, nonostante la diminuzione dei sequestri della polizia, le quantità sottratte sono state più elevate dell’anno precedente e in particolare quelli di cocaina e marijuana. Un altro fenomeno legato al consumo di droghe e rilevato nel 2020 dalla Relazione annuale, è la propensione sempre più accentuata nelle nuove generazioni. La cannabis è stata la sostanza più utilizzata nel 2020: circa un quinto degli studenti ne ha fatto uso almeno una volta. Il 21% degli studenti utilizzatori rischia di sviluppare una dipendenza. Le Nps (nuove sostanze psicoattive) si confermano la seconda tipologia di sostanze più popolare dopo la cannabis e il 7,6% degli studenti ha riferito di aver fatto uso di almeno una sostanza psicoattiva illecita nel periodo di restrizioni per il contenimento della pandemia da COVID-19.

Un quadro confermato anche dalla Relazione europea sulla droga dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. La cannabis si conferma la droga più usata con un consumo cinque volte superiore a quello di altre sostanze. La cocaina rimane la seconda droga illecita più diffusa in Europa e il sequestro record di 213 tonnellate nel 2019 indica un aumento dell’offerta nell’Unione europea. (continua)